MANGIARE PESCE È SALUTARE (anche ad Augusta?)

MANGIARE PESCE È SALUTARE (anche ad Augusta?)

Raccontava una ragazza del liceo durante un’assemblea d’istituto che due persone che lavoravano al porto di Augusta dopo aver pescato si spartivano il pesce con questo dialogo:
“Tu ti prendi quello con due gobbe o quello con tre occhi?”.
“Tu ti prendi quello con la pinna storta o quello con la coda piccola?” ….
Tengo anche a precisare che questa ragazza aveva fatto una premessa nel suo intervento:
“È una cosa seria quello che sto per dire …. Non prendetemi per pazza”.
E puntualizzava: “Queste cose le ho sentito dire fin da quando ero bambina”.
Ma allora da quanto tempo è noto il fatto dei pesci contaminati o malformati?
Il caso era già noto fin da quando ad Augusta si denunciarono i primi casi di nascite malformate.
Preoccupati della salvaguardia dei posti di lavoro il problema è stato minimizzato a tutti i livelli. E gli ambientalisti facevano solo allarmismo o terrorismo psicologico.
Ora l’allarme viene dall’autorevole CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) dopo lunghe, accurate e mirate analisi ….. e dopo lo scandalo dell’Enichem che riversava in mare il pericolosissimo mercurio.
C’è un precedente storico di avvelenamento collettivo da parte del mercurio industriale: Minamata. Si trova nel lontanissimo Giappone, dove di pesce sono ghiottissimi, specie del tonno, che addirittura vengono ad “allevare” (=a levare) nel Mediterraneo perché quello del Pacifico se lo sono mangiato tutto.
La “piscicoltura” del tonno non è come quella delle orate o delle spigole dove questi pesci si fanno anche riprodurre: il tonno non si fa riprodurre; lo si cattura, lo si nutre e lo si fa rimanere all’interno di apposite grandi gabbie trascinate nell’acqua da rimorchiatori, in attesa di prelevarne un po’ alla volta per farlo arrivare – via aerea – sul mercato dell’estremo oriente, dove costa quanto o più dell’oro. (Si capiscono così certi interessi di fronte a questa lucrosa attività e c’è il rischio concreto che questo prelibato pesce venga inserito nella lista di quelli a rischio d’estinzione ).
Ma torniamo al caso Minamata avvenne negli anni 70. Una fabbrica chimica scaricava direttamente in mare da diversi anni il velenoso metallo. Un giorno cominciarono ad accadere cose strane in quel villaggio di pescatori: neonati con gli arti corti, sottili, la testa enorme, senza occhi, ecc.
Ne nacquero tanti di questi bambini: i medici indagarono e parlarono del “morbo di Minamata”, come di una malattia sconosciuta.
Poi finalmente se ne scoprì la causa. La fabbrica fu chiusa. La pesca vietata. Iniziò con la tecnologia di un paese progredito il processo di bonifica. Un sistema di reti – da cui non passava “mancu ‘n cocciu i muccu” – venne steso davanti alla baia di Minamata. Il mare venne “ripulito”, ma occorsero quasi trenta anni di lavoro per riparare il disastro.
“Paese che vai usanze che trovi” dice un proverbio.
Tra Minamata ed Augusta esiste un gemellaggio ideale, ma ….
Nella rada di Augusta il mercurio continuava ad essere riversato illegalmente; anzi, frutto dell’attività di dragaggio, i fanghi del porto, una vera e propria miniera di metalli pesanti, con l’avallo del Ministero dell’ambiente e della Capitaneria venivano scaricati fuori della diga foranea, e la pesca continuava, e continua ancora: dentro e fuori il porto.
Probabilmente per bonificare la rada di Augusta occorreranno secoli, soldi e, soprattutto …. la volontà.
Se ad Augusta avessimo avuto un solo caso di mucca pazza probabilmente le macellerie avrebbero chiuso, mentre dopo lo scandalo dei “pesci termometro” – pardon “al mercurio”- il mercato ittico di Augusta non ha conosciuto alcuna crisi, anzi …. i prezzi sono perfino aumentati, anche nei ristoranti.
Non c’è, però, da preoccuparsi perché il pesce è l’emblema della salute: “sano come un pesce”. I nutrizionisti consigliano di mangiarne in abbondanza. E poi, si sa, il pesce contiene un “sacco di sostanze nutrienti”.
Un allarme, però, ad Augusta è stato dato: evitare di mangiare i pesci grossi perché in essi c’è una maggiore concentrazione di mercurio, è meglio mangiare quelli piccoli che ne hanno una quantità minore…..!
C’è da chiedersi: ma che differenza c’è tra un pesce da mezzo chilo e mezzo chilo di pesce? Forse solo nel prezzo, ma la quantità di mercurio?
Beh, in questa situazione nessuna autorità interviene. Il problema è troppo grande, specie dal punto di vista economico.
Ancora una volta il pesce grande (la grande industria) si mangia il pesce piccolo (il povero pescatore o il consumatore d pesce). Probabilmente quando si interverrà si dirà severamente al pescatore: “Lo sai che qui è vietato pescare?” Ma, visti i precedenti, si dirà mai, con a stessa severità, a un dirigente del petrolchimico: “Lo sai che è vietato inquinare?”.
Ad Augusta, ormai lo sappiamo bene, il risanamento può aspettare, mentre cancro e malformazioni continuano a produrre lutti e sofferenze.
È facile intuire come andrà a finire: in attesa della bonifica intanto entrerà in vigore una legge che vieta la pesca ed anche la balneazione. Tanto quelli che fanno le leggi sanno dove si trovano i paradisi tropicali.
E per di più, ….. se li possono permettere.

AUGUSTA, 14 GIUGNO 2005
PRISUTTO PALMIRO

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