09 e 11 Gennaio 1693. Catania è rasa al suolo da un terribile terremoto di eccezionale intensità. Restano in vita solo 4.000 persone.« All’unnici di Jinnaru a vintin’ura a Jaci senza sonu s’abbalava cui sutta li petri e cui sutta li mura e cui a misericordia chiamava »(L’undici di gennaio alle ore ventuno ad Acireale senza musica si ballava, chi sotto le pietre e chi sotto le mura e chi invocava la misericordia divina – detto popolare siciliano)« All’unnici i Jinnaru a vintu’ura, fu pi tuttu lu munnu ‘na ruìna: piccili e ranni sutta li timpuna riciènu – Aiutu! – e nuddu ci ni rava. Si n’era pi Maria, nostra Signura, tutti forrimu muorti all’ura r’ora; all’ura r’ora ciancieriemmu forti se Maria nun facìa li nuostri parti..»(L’undici di gennaio, alle ore ventuno fu per tutto il mondo una rovina: bambini e adulti (sepolti) sotto i massi chiedevano – Aiuto – e nessuno poteva darne. Se non era per Maria, nostra Signora, saremmo tutti morti a quest’ora; a quest’ora piangeremmo forte se Maria non si schierava dalla nostra parte…- detto popolare siciliano)Il terremoto del Val di Noto dell’11 gennaio 1693 rappresenta, assieme al terremoto del 1908, l’evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia Orientale in tempi storici. [1] e sicuramente un dei maggiori di tutta la storia sismica della penisola italiana [2]Mappa della Sicilia con la suddivisione isosismica delle aree colpite in gradi della scala MercalliL’evento sismico ha provocato la distruzione totale di oltre 45 centri abitati, interessando con effetti pari o superiori al IX grado MCS (scala Mercalli) una superficie di circa 5600 Km2 e causando un numero complessivo di circa 60.000 vittime e raggiungendo in alcune aree l’XI grado MCS.Fonte: – per il terremoto del 1693 – Terremoto del Val di Noto – Wikipedia

Pubblicato da Francesco Toscano a 9.20.00 0 commenti Link a questo post

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